Il Punto della Situazione

29 Feb

Cari colleghi,

a seguito delle numerosissime richieste di aggiornamento e di informazione che quotidianamente riceviamo, con la presente la scrivente O.S. cercherà di fare il punto della situazione rispetto ad una serie di questioni “aperte” di estremo interesse per tutto il personale TAB.

CONTRATTAZIONE INTEGRATIVA: come ormai più che noto l’ipotesi di Accordo stralcio relativo all’anno 2015, che avrebbe consentito a metà del personale di usufruire di una progressione economica orizzontale con decorrenza 1 gennaio 2015, ha avuto “la sua bella fumata nera” a causa del ritiro della firma da parte di UIL e di due insignificanti osservazioni del Collegio Revisori dei Conti (vedi CDA del 18/12/2015 – O.d.g. n. 20 Oggetto: Autorizzazione alla sottoscrizione del Contratto Collettivo Integrativo Personale Comparto Università – CCI 2015

Il CDA delibera

di ritornare al tavolo della contrattazione con la competente delegazione sindacale, alla luce, da una parte, delle osservazioni rese dal Collegio dei Revisori dei Conti nella riunione del 18 dicembre 2015 in merito all’ipotesi del Contratto Collettivo Integrativo di cui all’art. 4 comma 2 del C.C.N.L. 16/10/2008 e, dall’altra, del ritiro della firma da parte della UIL/RUA.)

Le conseguenze per il personale sono state pesantissime: dopo 6 anni di blocco di contratti e di carriera disposto per legge, all’Università di Perugia è scattato il 7° anno di blocco della carriera del personale per volontà del CDA, del Collegio dei Revisori dei Conti e di UIL.

A questi “signori”, pertanto, deve essere addebitata la responsabilità di aver penalizzato tutto il personale e di aver vanificato 6 mesi di lavoro del Tavolo Sindacale costretto a condurre, a fronte di posizioni dell’Amministrazione molto lontane dalle richieste delle OO.SS., una trattativa estenuante che si era conclusa con lo stanziamento di 460.000,00 euro da destinare alle progressioni economiche orizzontali per la metà del personale.

La nostra “rabbia” sale ai massimi livelli se consideriamo altresì che, secondo quanto verbalmente concordato al Tavolo Sindacale, con il Fondo relativo all’anno corrente –2016– avremmo stanziato risorse sufficienti per la progressione dell’altra metà del personale e la questione si sarebbe chiusa e risolta con soddisfazione di tutti.

INVECE NULLA DI FATTO E RICOMINCIAMO

Nel gennaio 2016 il Tavolo Sindacale è stato convocato due volte dall’attuale Direttore Generale – Dott. Tiziana Bonaceto.

Due incontri meramente interlocutori, nessuna decisione, nessuna proposta da parte dell’Amministrazione ne per l’anno 2015, ne per il 2016.

Le OO.SS. hanno formulato alcune richieste/proposte – per CGIL, CISL, CISAPUNI e USB la priorità continua ad essere attribuita alla PEO (l’anno perso deve assolutamente essere recuperato altro che PEO in 3 anni!) – ma l’Amministrazione si è limitata a prendere nota senza dare una risposta.

A fronte di questa situazione “di stallo” l’ultimo incontro del 27 gennaio si è concluso con l’impegno di CGIL, CISL, CISAPUNI e USB di predisporre una proposta unitaria di CCI relativo all’anno 2015 e 2016.

SU QUESTE DUE PROPOSTE STIAMO LAVORANDO

PERSONALE A TEMPO DETERMINATO: come ormai più che noto il Consiglio di Amministrazione da alcuni mesi ha sospeso la proroga dei contratti a tempo determinato per il personale precario che ha compiuto i 36 mesi di servizio.

La proroga di un anno era concessa in virtù di un Accordo sindacale contemplato dall’art. 5, comma 4 bis del D.Lgs n. 368/2001 (ora D.Lgs. n. 81/2015) e la sospensione dell’applicazione di tale Accordo è stata disposta dal CDA a seguito di alcune sentenze che, accogliendo i ricorsi presentati da alcune unità di personale a tempo determinato che – avendo prestato servizio per più di 36 mesi – chiedevano la stabilizzazione, hanno condannato l’Università di Perugia al risarcimento dei danni.

Più precisamente: il CDA autorizza le proroghe dei contratti ma subordina l’efficacia delle stesse ad un parere dell’Avvocatura distrettuale dello Stato, successivamente girato all’Avvocatura generale dello Stato ed ora rimesso al Dipartimento della Funzione Pubblica.

Le conseguenze per il personale precario sono pesantissime ed inaccettabili: i contratti finora scaduti non sono stati prorogati – alcuni precari sono già fuori – e nei prossimi mesi (già a partire da marzo) molti altri sono in scadenza.

FIN QUI IL QUADRO DELLA SITUAZIONE

Speravamo che dall’apposito Tavolo tecnico costituito e convocato dall’Amministrazione a valle dell’incontro di contrattazione del 27 gennaio u.s. emergessero per lo meno ipotesi atte a risolvere questa situazione ed invece nulla di fatto: l’Amministrazione non si è esposta.

La CISL ha successivamente affrontato l’argomento direttamente con il Magnifico Rettore al fine di verificare, al di la delle chiacchiere e delle voci di corridoio, la reale “volontà politica” dell’Ateneo di trovare una soluzione.

Il Rettore ha confermato la sua piena, concreta e reale disponibilità ad individuare percorsi risolutivi della questione.

Appurato questo aspetto di fondamentale importanza e, stante i limiti e vincoli posti dalla normativa vigente, la CISL sta seguendo questo ragionamento:

  • L’ art. 4 del decreto-legge 31 agosto 2013, n. 101, convertito nella legge 30 ottobre 2013, n. 125, dispone quanto segue: “All’articolo 36 del decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165, e successive modificazioni, sono apportate le seguenti modifiche: “Per prevenire fenomeni di precariato, le amministrazioni pubbliche, nel rispetto delle disposizioni del presente articolo, sottoscrivono contratti a tempo determinato con i vincitori e gli idonei delle proprie graduatorie vigenti per concorsi pubblici a tempo indeterminato. E’ consentita l’applicazione dell’articolo 3, comma 61, terzo periodo, della legge 24 dicembre 2003, n. 350, ferma restando la salvaguardia della posizione occupata nella graduatoria dai vincitori e dagli idonei per le assunzioni a tempo indeterminato”.

Questa disposizione impedisce evidentemente di risolvere il problema della scadenza/proroga/rinnovo dei contratti attraverso il meccanismo da anni e anni utilizzato da Unipg: emissione di bandi di concorso per il reclutamento del personale a tempo determinato.

Questa procedura non può più essere utilizzata poiché l’Ateneo ha numerosissime graduatorie vigenti per concorsi pubblici a tempo indeterminato banditi dal 2007 ad oggi sia per l’area tecnico-scientifica, sia per l’area amministrativa;

  • a fronte dell’urgenza di intervenire immediatamente

LA CISL UNIVERSITA’ PROPONE

  • di agire, con forza, nei confronti del Consiglio di Amministrazione affinchè lo stesso continui ad assumersi la responsabilità delle proroghe dei contratti in virtù dell’Accordo sindacale (come fatto fino a qualche mese fa) al di la e a prescindere da pareri che non saranno mai resi e dall’esito di ricorsi che si inseriscono “in un cantiere aperto” (i ricorsi non avranno mai fine). Un organo di governo ha l’obbligo di assumersi la responsabilità di scelte dettate da esigenze reali e concrete che incidono sulla funzionalità e sull’erogazione di servizi che un’Amministrazione deve garantire;
  • di reiterare all’Amministrazione, per l’ennesima volta, la richiesta di immediata pubblicazione dei bandi di concorso per la stabilizzazione: ricordiamo che in virtù della programmazione 2013/2014 approvata dagli organi di governo, l’Ateneo dispone di 9 posti da destinare alla stabilizzazione (8 di categoria C e 1 di categoria D).

La CISL ha da sempre chiesto che alla stabilizzazione si proceda attraverso l’emissione di due distinti bandi di concorso: un bando ai sensi di quanto previsto dal D.L 101/2013 al quale possono partecipare coloro che hanno i c.d. requisiti per la stabilizzazione, vale a dire 3 anni di servizio nel quinquennio ottobre 2008 – ottobre 2013; un bando ai sensi di quanto previsto dal D.Lgs 165/2001 al quale possono partecipare coloro che maturano di 3 anni di servizio alla data di pubblicazione del bando. Solo in questo modo può essere garantita a tutto il personale precario la possibilità di inserirsi in graduatorie per la stabilizzazione;

  • di agire a livello nazionale affinchè l’attuale Governo intervenga in maniera seria e consapevole sul fenomeno del precariato attraverso misure che consentano alle Amministrazioni, sulla scorta dell’esperienza Nicolais del 2007/2008, di sganciare la stabilizzazione del personale precario dall’assegnazione/utilizzo dei punti organico: ricordiamo che secondo la normativa vigente la stabilizzazione, oltre ad essere agganciata alla disponibilità dei punti organico (50% destinati alla stabilizzazione e il 50% destinati alle assunzioni dall’esterno), è al momento bloccata stante il previsto congelamento dei punti organico disponibili per assorbimento personale delle Province. In questa situazione, dunque, a nulla servono anche i pensionamenti del personale di ruolo: completa paralisi del turn-over.

TRATTENUTA 2,5% SULLO STIPENDIO: un’annosa vicenda di cui si è cominciato a parlare nei primi mesi dell’anno 2012 e che la CISL ha seguito con molta attenzione: vicenda che si è conclusa, per il personale assunto prima dell’anno 2001, con un intervento normativo che di fatto ha negato la restituzione degli arretrati al personale del Pubblico Impiego ripristinando il TFS. Per chiarezza e precisione si allega alla presente il Comunicato del Segretario Nazionale CISL Università del 31/10/2012 dove viene ricostruita tutta la vicenda (vedi allegato n.1).

Come già diceva già Antonio Marsilia nell’ottobre 2012, “se per i dipendenti pubblici assunti prima del 2001 l’intervento del Governo fa registrare un “nulla di fatto” per quanto concerne sia la sospensione del contributo che la restituzione degli arretrati ripristinando il previgente sistema di calcolo più favorevole per la c.d. “buonuscita”, molti dubbi permangono in merito ai lavoratori assunti successivamente al 31 dicembre 2000 già assoggettati al TFR e per i quali si acuisce una annosa sperequazione”.

Ed infatti la sentenza n. 12636/2013 della Seconda Sezione Lavoro del Tribunale di Roma – pubblicata il 14 novembre 2013 – e la sentenza n. 948 del 18 dicembre 2015 del Giudice del Lavoro di Padova testimoniano la veridicità di quanto ipotizzato dalla CISL per il personale assunto dopo il 31 dicembre 2000 assoggettato al regime di TFR.

Pertanto riteniamo opportuno che, per il momento, il personale in questione presenti, ai fini della mera interruzione dei termini di prescrizione, apposita diffida al Magnifico Rettore dell’Università di Perugia (vedi allegato n.2) in attesa che il legislatore intervenga per sanare la sperequazione.

Cordialmente.

La Segreteria Provinciale

CISL Università