Comunicato CISL Università Nazionale del 10 Maggio 2017

11 Mag

La settimana scorsa si è concluso l’iter parlamentare propedeutico all’approvazione definitiva dello schema di decreto legislativo attuativo della delega di cui alla Legge n.124/2015 concernente la modifica del Testo Unico del Pubblico Impiego (D.Lgs. n.165/2001).

Durante i lavori parlamentari le Commissioni, chiamate ad esprimere il parere sul predetto schema di decreto legislativo, hanno recepito molte delle istanze sostenute dalle Parti Sociali, ed in particolare della Confederazione CISL e della Federazione CISL Università, al fine di migliorare il testo del provvedimento, approvato lo scorso 23 febbraio dal Consiglio dei Ministri, su cui non avevamo espresso una valutazione positiva perché non ritenevamo pienamente rispettati gli impegni assunti dal Governo con l’intesa sul rinnovo contrattuale nel Pubblico Impiego sottoscritta da CGIL, CISL e UIL e la Ministra Madia il 30 novembre 2016 .

A seguito della richiesta unitaria presentata da CGIL, CISL e UIL, in data odierna si è tenuto sull’argomento un incontro con la Ministra Madia durante il quale la CISL ha riproposto le richieste di modifica al provvedimento in questione, per come già sottoposte anche all’attenzione delle Commissioni parlamentari, con particolare attenzione alle norme in materia di precariato, alle procedure di licenziamento, al salario accessorio e al rapporto tra legge e contratto.

Nel prendere atto della manifestata volontà della Ministra Madia ad apportare modifiche al testo finora noto condividendo molte delle osservazioni proposte dalla CISL, vi riportiamo di seguito quanto la stessa Ministra per tramite del Dipartimento della Funzione Pubblica ha già comunicato al termine dell’incontro, precisando che ciò non costituisce l’esito conclusivo del confronto, ma è nostra ferma intenzione voler esercitare ogni utile azione politica per giungere ad un risultato finale che tenga pienamente presente quanto definito nell’intesa del 30 novembre scorso e giungere celermente all’emanazione degli atti di indirizzo necessari all’avvio del confronto in sede ARAN per il rinnovo dei contratti nazionali ormai attesi da troppo tempo.

1) Salario Accessorio

Si prevederà che la contrattazione collettiva integrativa assicuri adeguati livelli di efficienza e produttività dei servizi pubblici, incentivando l’impegno e la qualità della performance, destinandovi, di norma, una quota prevalente delle risorse finalizzate ai trattamenti economici accessori comunque denominati ai sensi dell’articolo 45, comma 3. L’intesa inoltre chiede di chiarire in relazione che la prevalenza delle risorse destinate alla performance sia, rispetto al trattamento economico accessorio complessivo, collegata alle sole risorse variabili determinate per l’anno di riferimento.

2) Disciplinare

In relazione alla previsione di licenziamento per insufficiente rendimento – art. 55-quater, comma 1, lettera f) quinquies del d.lvo n. 165 del 2001 – si intende precisare che la nozione di reiterazione è espressamente configurata come 3 anni consecutivi di valutazione negativa.

Contestualmente, all’art. 19 del decreto 150 verrà specificato che i sistemi di valutazione, che dovranno differenziare la valutazione delle prestazioni, individueranno altresì i casi in cui la valutazione deve intendersi negativa.

3) Superamento del precariato.

In coerenza con le osservazioni e richieste pervenute dalle Commissioni parlamentari si intende ampliare la platea dei beneficiari della disposizione.

In particolare:

1) ricomprendere i titolari di contratti a tempo determinato e flessibili successivamente alla legge delega (anche ove i contratti siano cessati prima dell’entrata in vigore del presente decreto);

2) allungare il termine per maturare il requisito dei 3 anni, da possedersi non più alla data di entrata in vigore del decreto, ma al 31 dicembre 2017;

3) estendere la possibilità di assunzione diretta, ai sensi del comma 1, a coloro i quali siano stati reclutati con procedure concorsuali svolte anche in amministrazione diversa da quella che procede all’assunzione;

4) ampliare la possibilità di maturare il requisito dei 3 anni nel caso di riordino, soppressione o trasformazione di enti, conteggiando anche l’anzianità maturata nell’amministrazione di provenienza;

5) ampliare la possibilità di maturare il requisito dei 3 anni per il personale tecnico professionale e infermieristico, nonché per il personale degli enti di ricerca finanziati dal FOE, che possono conteggiare il periodo di lavoro a tempo determinato o flessibile svolto presso diverse amministrazioni dello stesso settore (servizio sanitario o ente di ricerca);

6) prevedere fino al 2020 la possibilità di assumere a tempo indeterminato, a determinate condizioni, i lavoratori socialmente utili che abbiamo maturato certi requisiti;

7) resta da valutare la richiesta di estendere il requisito dei 3 anni di servizio SOMMANDO i periodi di lavoro a tempo determinato o flessibile svolti presso amministrazioni.

Inoltre, si intende valorizzare nell’ambito della disciplina dei concorsi – l’esperienza maturata a titolo di lavoro flessibile, così comprendendo anche l’attività prestata a titolo di somministrazione.

Abbiamo appreso che è intenzione dell’Esecutivo licenziare il decreto legislativo in parola già nel Consiglio dei Ministri programmato per il prossimo 19 maggio. Per questo motivo la Federazione CISL Università non aderirà a eventuali iniziative di mobilitazione del personale dei Settori Università e AFAM eventualmente promosse da altre OO.SS. nei prossimi giorni, ritendo di poter meglio rappresentare gli interessi dei lavoratori utilizzando tutto il tempo utile a promuovere le modifiche legislative che riteniamo necessarie per migliorare le condizioni contrattuali dei lavoratori pubblici ed in particolare di quelli appartenenti ai settori da noi rappresentati.

Come sempre la scrivente Segreteria Nazionale vi terrà informati costantemente a seguito delle risultanze del confronto in atto.

Cordialmente.

La Segreteria Nazionale CISL Università